Monumento a Jan Palach
Vevey, Svizzera
“Il commento assegnato al monumento, in forma di libro o targa esplicativa, è molto appropriato. Gli svizzeri scrivono che Jan Palach sacrificò la sua vita per la libertà dei suoi connazionali e quindi anche per il popolo svizzero, per cui la libertà è così preziosa. Knobloch, l’artista, dopo alcune discussioni ha creato una figura che ricorda una fiamma ardente; altri riconoscono invece la sagoma di una colomba della pace. Penso che si volesse rappresentare una fiamma. La testa di Palach è nella parte inferiore.”
Jaroslav Havelka, rappresentante dell’associazione Beseda Slovan durante un incontro di connazionali a Ginevra, 17 novembre 2007 (Radio Praha, Český rozhlas 7)
Il gesto di Jan Palach ebbe una grande eco anche in Svizzera, dove viveva una numerosa comunità ceca e slovacca, che crebbe alla fine degli anni ’60, dopo l’occupazione della Cecoslovacchia. Tra le persone generose che aiutarono i rifugiati a trovare casa ci fu l’oftalmologa Madeleine Andrée Cuendet (1918–2004). Il 1° giugno 1997, grazie al suo contributo,fu inaugurato nella città di Vevey un monumento a Jan Palach, il cui autore è Milan Knobloch (* 1921) scultore accademico e vincitore di un premio artistico. Contribuirono alla realizzazione del monumento, che si trova sulla riva del lago di Ginevra, anche i membri di due associazioni di cittadini (Beseda Slovan di Ginevra e il club di Jan Palach e Jan Zajíc a Zurigo. Ogni anno si tiene un incontro commemorativo vicino al monumento.
Sul basamento del monumento si legge la citazione di una frase di Václav Havel in ceco e in francese: “Il sacrificio di Jan Palach è diventato un appello alla ricerca della via per la libertà”. Sulla targa c’è un’iscrizione in francese sul gesto di Jan Palach.