La reazione della società

“Silenzio e folle di persone inondano le strade”

Oldřich Mikulášek, poeta ceco, gennaio 1969

Già la sera del 16 gennaio 1969 la radio trasmise la notizia del suicidio dello studente della Facoltà di lettere e filosofia J.P. Nei giorni successivi sia i media cecoslovacchi che quelli esteri erano invasi da centinaia di notizie, reportage e commenti al gesto di Palach. La popolazione era scioccata e scossa dalla sua protesta radicale.

Una delle prime azioni a sostegno delle rivendicazioni di Palach fu lo sciopero della fame intrapreso da un gruppo di giovani ai piedi della scalinata del Museo Nazionale. Gli scioperanti rimasero in tenda al gelo quattro giorni, poi lo sciopero terminò.

Il 20 gennaio 1969, il giorno dopo la morte di Jan Palach, si svolse a Praga una processione commemorativa cui parteciparono alcune decine di migliaia di persone. La manifestazione, organizzata dall’Unione degli studenti di Boemia e Moravia, partì da Piazza San Venceslao per poi fermarsi davanti alla sede della Facoltà di lettere e filosofia dell’Università Carolina. Dal balcone della facoltà alcuni manifestanti presero la parola.

Simili processioni ebbero luogo in molte altre città della Cecoslovacchia. Come era già avvenuto nell’agosto 1969, piazza San Venceslao divenne il principale luogo di ritrovo pubblico. Davanti alla statua di San Venceslao, ricoperta di volantini, ritratti di Palach e candele, stava in piedi una guardia d’onore con la bandiera nazionale. Alla fontana davanti al Museo Nazionale fu esposta la maschera commemorativa di Jan Palach, dedicata agli studenti dallo scultore Olbram Zoubek.

Nel gennaio 1969 reagirono al gesto di Palach anche diversi poeti. Le poesie, pubblicate su quotidiani e giornali, rendevano efficacemente l’atmosfera dell’epoca.